MISE – Green New Deal

Con una dotazione di 750 milioni di euro, il MISE finanzia progetti di ricerca industrialesviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare del Green New Deal italiano.

Il bando è rivolto a imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta.

I progetti dovranno rispettare gli obiettivi del New Green Deal italiano:

  • decarbonizzazione dell’economia
  • economia circolare
  • riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi
  • rigenerazione urbana
  • turismo sostenibile
  • adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico

Le attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale dovranno essere mirate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di quelli già in essere.

I progetti dovranno essere sviluppati tra un minimo di 12 mesi e un massimo di 36 mesi e non possono prevedere spese inferiori a 3 milioni di euro.

Le agevolazioni previste consistono in:

  • Finanziamenti agevolati per il 60% dei costi di progetto, accompagnati da finanziamenti bancari (per il 20% dell’importo);
  • Contributi a fondo perduto per una percentuale massima delle spese e dei costi ammissibili di progetto pari al 15% come contributo a sostegno delle attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale e per l’acquisizione delle prestazioni di consulenza relative alle attività di industrializzazione, e pari al 10% come contributo in conto impianti, per l’acquisizione delle immobilizzazioni oggetto delle attività di industrializzazione.

 

Bando Economia Circolare – 40% a fondo perduto per progetti Green

Unioncamere Lombardia, con il sostegno della Regione, ha pubblicato un bando volto a favorire la realizzazione di progetti che promuovono il passaggio verso un modello di economia circolare, riqualificando i settori e le filiere lombarde per un riposizionamento competitivo rispetto ai mercati.

Possono accedere ai contributi le micro, piccole e medie imprese lombarde in forma singola o in aggregazioni di almeno tre imprese.

Le imprese devono presentare un progetto esecutivo attinente a uno o più dei seguenti ambiti di intervento:

  • innovazione di prodotto e/o di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, utilizzo di sottoprodotti in cicli produttivi, riduzione produzione di rifiuti e riutilizzo di beni e materiali
  • innovazione di processo o di prodotto per quanto riguarda la produzione e l’utilizzo di prodotti da recupero di rifiuti (c.d. “end of waste”)
  • attività di riutilizzo e preparazione per il riutilizzo, compreso creazione di forme di ritiro dei propri prodotti a fine vita, ad esempio allo scopo di riutilizzarne parti o componenti aventi ancora valore, avviarli a processi di remanufacturing, etc. (attivazione di programmi di takeback)
  • progettazione e sperimentazione di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento della filiera
  • sperimentazione e applicazione di strumenti per l’incremento della durata di vita dei prodotti ed il miglioramento del loro riutilizzo e della loro riciclabilità (Eco-design)
  • implementazione di strumenti e metodologie per l’uso razionale delle risorse naturali.

E’ possibile ottenere un contributo a fondo perduto del 40% fino a 100.000€ e fino a 120.000€ per le aggregazioni di imprese.

Per quanto riguarda le spese, si considerano ammissibili quelle relative a:

  • consulenza (collaborazione con enti di Ricerca, servizi specialistici per lo sviluppo di prototipi, check up tecnologici, diagnosi energetiche, carbon footprint e water footprint, environmental footprint, analisi del ciclo di vita del prodotto/servizio – e.g. LCA, studi per la sostituzione dei materiali attualmente utilizzati nei prodotti con materiali circolari, definizione di strategie commerciali, marketing e comunicazione, ecc.) in misura non superiore al 25% delle spese in corrente ammesse a contributo
  • investimenti in attrezzature tecnologiche (acquisto e/o leasing) e programmi informatici necessari alla realizzazione del progetto
  • assistenza e costi di acquisizione delle certificazioni ambientali di processo e di prodotto
  • assistenza e costi di acquisizione delle certificazioni tecniche e di eventuale registrazione REACH
  • servizi per l’ingegnerizzazione di software/hardware e prodotti relativi al progetto
  • tecnologie per l’ingegnerizzazione di software/hardware e prodotti relativi al progetto
  • materiali e forniture strumentali alla realizzazione del progetto (inclusi prototipi)
  • spese per la tutela della proprietà industriale
  • spese del personale dell’azienda, solo se espressamente dedicato al progetto (fino a un massimo del 10% della somma delle voci di spesa derivanti dai servizi di consulenza e dalle spese per la tutela della proprietà industriale. Qualora venga impiegato ulteriore personale di nuova assunzione, esclusivamente dedicato al progetto, potrà essere riconosciuta un’ulteriore quota nel limite del 10% della somma delle voci di spesa per consulenza e tutela della proprietà industriale.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

MISE – Progetti di R&S per l’economia circolare

Il MISE mette a disposizione delle imprese 217 milioni di euro per sostenere progetti di Ricerca e Sviluppo volti alla sperimentazione di soluzioni innovative per l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse, con la finalità di promuovere la riconversione delle attività produttive verso un modello di economia circolare in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto quanto più a lungo possibile, e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo.

I progetti devono essere realizzati all’interno del territorio nazionale e avere una durata non inferiore ai 12 mesi e non superiore ai 36 e costi non inferiori a 500.000 euro.

Possono partecipare le aziende di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, che presentano progetti singolarmente o in forma congiunta. Per i soli progetti congiunti, sono ammessi anche gli organismi di ricerca, pubblici e privati, in qualità di co-proponenti.

I progetti devono essere finalizzati alla riconversione produttiva delle attività economiche nell’ambito dell’economia circolare, in una o più delle seguenti linee di intervento:

  •  innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti;
  • progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale;
  • sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua;
  • strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo;
  • sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati;
  • sistemi di selezione del materiale multileggero, al fine di aumentare le quote di recupero e di riciclo di materiali piccoli e leggeri.

L’agevolazione consiste in un finanziamento agevolato del 50% delle spese da sostenere e in un contributo a fondo perduto fino al 20%, a seconda della dimensione dell’impresa.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

“La finanza agevolata può aiutare la crescita”

I soci della New Consult srl, l’ing. Dino Graziano De Leo e il dott. Gennaro Napolitano, sono stati intervistati da “Il Resto del Carlino” sugli incentivi messi a disposizione per il rilancio delle imprese a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Tanti gli spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda le imprese impegnate a investire in innovazione, ricerca, ambiente ed energia. Di seguito, il contenuto dell’intervento:

Regione ER – Progetti di R&S finalizzati al contrasto dell’epidemia da Covid19

Al fine di mobilitare il sistema regionale di ricerca ed innovazione, ed in particolare le imprese ed i laboratori della Rete Alta Tecnologia, nello studio e sperimentazione di soluzioni innovative per il contrasto all’epidemia da COVID-19, la Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando che concede contributi a fondo perduto fino a 120.000€.

Possono partecipare al Bando tutte le imprese della Regione e i Laboratori di Ricerca sul territorio regionale.

I progetti devono essere finalizzati a:

  1. fornire mezzi di contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 e della più ampia
    famiglia di Coronavirus allo scopo di: – prevenire focolai epidemici tra i pazienti e tra gli operatori sanitari; – disporre di tecnologie diagnostiche rapide (ad esempio KIT diagnostici, diagnosi sierologica, ecc.), di minima invasività, in relazione con le autorità competenti e i diversi ambiti di applicazione; – disporre di attrezzature evolute per adeguare i laboratori regionali a realizzare test di conformità e certificazioni su dispositivi medici e di protezione individuale; -gestire, curare, monitorare in modo efficiente e sicuro pazienti infetti sia ospedalizzati che domiciliarizzati.
  2. rendere disponibili soluzioni per utilizzare materiali già esistenti, sperimentare nuovi materiali e trattamenti superficiali per la realizzazione di dispositivi di protezione individuale, o comunque per ridurre il rischio di contaminazione attraverso il contatto con le superfici;
  3. rendere disponibili soluzioni tecnologiche ed organizzative innovative in grado di ridurre il rischio di contaminazione e garantire la sicurezza delle persone sui luoghi di lavoro, sia in ambito produttivo che nel settore dei servizi.
  4. rendere disponibili soluzioni tecnologiche innovative in grado di ridurre il rischio di contaminazione, garantire il distanziamento delle persone, gestire sistemi di monitoraggio della sicurezza in ambienti aperti al pubblico, con particolare attenzione ai luoghi dove vi è una significativa aggregazione di persone.
  5. Favorire la riconversione, anche parziale, di imprese verso la produzione di dispositivi di protezione individuale o comunque di prodotti e servizi volti alla gestione dell’emergenza, comunque limitatamente alle attività di ricerca, sperimentazione ed eventuale certificazione dei prodotti.

Il contributo massimo erogabile è pari all’ l’80% del valore dell’investimento approvato per un massimo di 120.000,00 euro.

Le proposte dovranno riguardare lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni (prodotti o servizi) che possano immediatamente passare alla fase di produzione e commercializzazione al termine del progetto.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

ARTES 4.0 – Tecnologie 4.0 in risposta alla pandemia da COVID-19

Il bando Artes4.0 finanzia progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale che sfruttino le tecnologie 4.0 per fronteggiare l’emergenza dovuta alla pandemia da COVID-19 e in generale per la lotta alle malattie infettive, con l’obiettivo di contenere gli effetti sociali ed economici a breve e lungo termine su tutti i settori sia pubblici che produttivi.

I progetti ammissibili al finanziamento devono essere integralmente compresi in una o un sottoinsieme delle seguenti aree tematiche focus di ARTES 4.0:

a. Robotica e macchine collaborative.

b. Sistemi di Intelligenza Artificiale.

c. Tecnologie per l’ottimizzazione real-time di processo.

d. Realtà aumentata, virtuale e sistemi di telepresenza multisensoriale e Human Computer Interaction.

e. Soluzioni 4.0 per la tutela della salute dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro.

f. Digitalizzazione e robotizzazione di processi per aumentare la produttività e la sicurezza degli operatori.

g. Tecnologie per la security, “Cyber” e non, “augmented” (anche mediante droni in aree contaminate e/o in quarantena.

Possono beneficiare delle agevolazioni previste dal bando:
• Micro Imprese e start-up.
• Piccole Imprese.
• Medie Imprese.
• Grandi Imprese
Le imprese possono partecipare in forma singola o di partenariati costituiti da imprese (ATS/ATI o altra forma contrattuale equipollenti in uso nello Stato italiano).

Le Università e gli Organismi di Ricerca possono partecipare alle proposte progettuale non come partner ma come fornitori di beni e servizi nell’ambito di collaborazioni di ricerca, ricerca contrattuale, servizi di consulenza e servizi equivalenti.

La misura prevede un’agevolazione a fondo perduto fino a 100.000 € per ciascun progetto (oltre ad un supporto di ulteriori 20.000 € per sviluppo rapido di prototipi), così distribuiti:
– 50% per ricerca industriale;
– 25% per sviluppo sperimentale.

Una lista non esaustiva dei possibili ambiti applicativi dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale ammissibili al finanziamento:

• Contenimento dell’emergenza sanitaria.

• Attività lavorative a distanza (smart working).

• Sanificazione degli ambienti.

• Predisposizione di strutture sanitarie a supporto degli ospedali (es. pre-triage).

• Diagnostica, terapia e gestione clinica per il contenimento e la prevenzione.

• Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

• Monitoraggio e assistenza a pazienti in isolamento

• Sistemi di assistenza clinica a distanza.

• Decontaminazione.

• Equipaggiamenti protettivi per il personale medico coinvolto in prima linea nell’emergenza.

• Sistemi di monitoraggio dei parametri vitali (es. misurazione di temperatura nelle aree pubbliche e nei porti di ingresso).

• Telemanipolazione “soft” di attrezzature ed impianti /laboratori in aree contaminate, a supporto dello “smart working”.

• Manutenzione predittiva e “anomaly/fault detection” in aree ed attrezzature “critiche” Industriali e/o strutture sanitarie critiche (quarantena o contaminate, continuità in assenza di operatori umani).

• Altro.

Legge di Bilancio 2020 – Tutte le novità riguardanti Industria 4.0

Il Consiglio dei Ministri del 15 ottobre ha approvato il Decreto Fiscale (DL) – Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili – ed il Disegno di Legge della Manovra 2020 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022). I due provvedimenti compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, già trasmesso alla Commissione europea.

Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, il governo ha concentrato i propri sforzi sul rafforzamento e la stabilizzazione degli incentivi racchiusi nel piano Industria 4.0, molto apprezzati in questi anni dalle aziende italiane.

Nello specifico, nelle tabelle del documento programmatico trovano riscontro i seguenti provvedimenti:

  • Estensione al triennio del Iperammortamento, con una supervalutazione del 170% degli investimenti in beni nuovi, strumentali, materiali e ad alto contenuto tecnologico, atti a favorire i processi di trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 e in maniera sostenibile ed ecocompatibile;
  • Estensione al triennio del Superammortamento, con una supervalutazione del 130% degli investimenti in beni strumentali nuovi. Per chi beneficia dell’Iperammortamento possibilità di fruire anche di una supervalutazione del 140% per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT);
  • Rifinanziamento del Fondo centrale per le PMI per il prossimo triennio, per sostenere l’accesso al credito delle PMI, incluse le startup innovative e le imprese che acquistano beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali (secondo la “Nuova Sabatini”);
  • Proroga del credito di imposta per spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di Formazione 4.0;
  • Rifinanziamento delle agevolazioni cd. “Nuova Sabatini”;
  • Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione
  • Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone terremotate centro Italia.

Nella sezione relativa alle Raccomandazioni specifiche per il Paese trova spazio il preannunciato Green New Deal. Saranno istituiti due fondi mirati a incentivare il rinnovo delle produzioni e degli impianti in uso, l’efficientamento e la riconversione dei processi produttivi e la transizione verso la Quarta rivoluzione industriale (digitalizzazione e intelligenza artificiale).

Vengono, inoltre, menzionati il Voucher per i manager dell’innovazione e, soprattutto, il Credito D’imposta R&S. In particolare, si ipotizza una proroga fino al 2023, attraverso l’introduzione di una nuova media di riferimento per calcolare l’incremento agevolabile.

 

New Consult riassume in breve i 5 criteri da rispettare per beneficiare del credito d’imposta Ricerca&Sviluppo

Uno degli strumenti più utilizzati dalla finanza agevolata è il credito d’imposta in R&S, sfruttabile dalle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo nel proprio settore di riferimento. Si tratta di un incentivo automatico ed è tra i più utilizzati, ma bisogna fare attenzione alla verifica dei requisiti di accesso.

Nonostante l’ attività di R&S sia piena di specifiche a seconda dell’ambito in sui si opera, esistono dei criteri standard forniti dal noto “Manuale Frascati” che sono da considerarsi come una bussola di riferimento per le imprese che intendono usufruire di questa agevolazione ministeriale.

In questo articolo New Consult vuole approfondire lo sguardo e fare luce su alcuni aspetti importanti da considerare per comprendere se l’attività svolta ricade nell’ambito della R&S finanziabile.

 

La ricerca e lo sviluppo sperimentale (R&S) riguarda tutti i lavori creativi e sistematici intrapresi per aumentare il patrimonio delle conoscenze, comprese quelle relative all’umanità, alla cultura e alla società, e per concepire nuove applicazioni delle conoscenze disponibili.

 

Si evince che le attività di ricerca e sviluppo interessano il raggiungimento di nuovi saperi o scoperte. Generalmente tali attività si concretizzano in progetti, che hanno uno specifico scopo, obiettivi e risultati prefissati. Il “Manuale Frascati” specifica che il termine “ricerca e sviluppo” comprende tre tipi di attività: la ricerca di base, la ricerca applicata e lo sviluppo sperimentale.

 

Ciò che è importante verificare se si ricade nella casistica della R&S finanziabile è se la vostra attività sta rispettando i cosiddetti
5 criteri di identificazione delle attività di R&S.

Vi ricordiamo che tali criteri devono essere soddisfatti contemporaneamente per ciascuna attività di R&S, sia continuativa che occasionale.

Vediamo nello specifico ogni singolo requisito della ricerca che si richiede.

#1 – Nuova

L’attività di ricerca deve puntare alle nuove scoperte.
Fine ultimo dell’attività è il raggiungimento di nuove conoscenze, adattate su diversi contesti. In particolare per le imprese, l’elemento della novità si definisce in base a un confronto con l’insieme delle conoscenze esistenti nel settore di riferimento. La nuova conoscenza, risultato dell’attività di ricerca dell’impresa, interessa sia il prodotto che il processo per la sua realizzazione, in particolare si riferisce all’ottenimento di una maggiore conoscenza da cui ne deriva un miglioramento dell’attività.

 

#2 – Creativa

L’aspetto della creatività, attraverso il contributo di un ricercatore è fondamentale affinché l’attività di ricerca venga definita tale. Non possono essere considerate ricerca quelle azioni che modificano  un processo di routine di prodotti e processi, è necessario che prevalga la componente dell’invenzione e della creatività.

 

#3 – Incerta

L’incertezza del risultati è un criterio chiave e quindi una delle caratteristiche fondamentali di un’attività di ricerca. All’inizio di un progetto di R&S, il tipo di risultato e il costo, così come i tempi di realizzazione, non possono essere determinati con precisione in funzione degli obiettivi.

In particolare, il Manuale Frascati riconosce per la fase di ricerca di base, finalizzata al potenziamento della conoscenza formale, un ampio margine della possibilità di non raggiungere i risultati desiderati.

 

#4 – Sistematica

Fondamentale è pianificare e preventivare l’attività oggetto di ricerca, con le dovute registrazioni sia del processo che dei risultati raggiunti. E’ necessario, quindi, dichiarare lo scopo del progetto di R&S e le fonti di finanziamento che si prevedono utilizzare per le attività.

 

#5  – Trasferibile e/o riproducibile

Criterio da soddisfare è, inoltre,  la messa a disposizione delle conoscenze raggiunte, assicurarne l’utilizzo e consentire ad altri ricercatori di riprodurne i risultati nell’ambito delle loro attività di ricerca e sviluppo. I dati devono comprendere anche i risultati negativi, nel caso in cui un’ipotesi iniziale non sia stata confermata o un prodotto non possa essere sviluppato come previsto. Nell’ambito commerciale, chiaramente i risultati raggiunti saranno protetti da segretezza o dalla proprietà intellettuale, ma si prevede che il processo e i risultati raggiunti siano comunque resi noti al settore di riferimento.

New Consult è consulente specializzato: mettiamo la nostra vasta esperienza a disposizione delle imprese che hanno intrapreso o vogliono intraprendere un percorso di ricerca ed attivare le agevolazioni ad esse riservate, affiancandole nella verifica e nel raggiungimento dei requisiti richiesti.

 

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MISE – In arrivo oltre 500 milioni per grandi progetti di Ricerca e Sviluppo

Sono in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale i due decreti con cui vengono rilanciati gli interventi agevolativi in favore dei grandi progetti di R&S, con una dotazione finanziaria complessiva di oltre 500 milioni di euro.

Il primo decreto rifinanzia su tutto il territorio nazionale interventi agevolativi a favore delle imprese che investono in grandi progetti di ricerca e sviluppo nei settori “Agenda digitale” e “Industria sostenibile”. La misura è finanziata dalle risorse del FRI, il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti di Cassa depositi e prestiti, e del FCS, il Fondo per la crescita sostenibile del MiSE. Sono, inoltre, riservate agevolazioni per interventi riguardanti la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare.

I due bandi prevedono la concessione di un finanziamento agevolato a valere sulle risorse FRI a copertura del 70% delle spese ammissibili per le PMI e del 60% per le imprese di grande dimensione, a condizione che fosse associato ad un finanziamento bancario erogato da una delle banche convenzionate. Ogni proponente, inoltre, deve sostenere spese per almeno 3 milioni di euro. Al finanziamento si aggiunge un contributo alla spesa, a valere sul FCS, nella misura del 20% della spesa ammissibile.

Con il secondo decreto viene definita una nuova agevolazione a favore dei progetti di ricerca e sviluppo promossi nell’ambito delle aree tecnologiche Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita. La misura si rivolge alle imprese che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria in tutto il territorio nazionale, con una riserva di 50 milioni dedicata alle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia. Sono inoltre previste agevolazioni nel settore del “Calcolo ad alte prestazioni” coerenti con la Strategia nazionale di specializzazione intelligente. E’ previsto un contributo alla spesa e un finanziamento agevolato che saranno definiti esclusivamente mediante procedura negoziale.

Oltre alle imprese, possono partecipare in forma aggregata anche i centri di ricerca e e, ai progetti del settore applicativo Agrifood, saranno ammesse anche le imprese agricole.

Breve guida di New Consult sul Bonus Ricerca e Sviluppo 2019

Obiettivo del credito d’imposta R&S è quello di stimolare la spesa privata delle imprese italiane in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e favorire la competitività futura. In questa breve guida di New Consult, vi spieghiamo cos’è il credito d’imposta R&S, quali sono i requisiti, quindi a chi spetta e come accedervi.

Che cos’è e come funziona

Il Credito di imposta Ricerca e Sviluppo consiste in un’agevolazione a cui si ha diritto a fronte di investimenti effettuati in ambito di ricerca e sviluppo.

La legge di stabilità permette di far rientrare nel credito di imposta i seguenti costi:

  • Ricerca fondamentale per la messa a punto di nuove strategie o prodotti o sistemi;
  • Ricerca Industriale (quindi da operare all’interno di imprese che attuano processi industriali);
  • Sviluppo di tipo sperimentale o teorico;
  • Per personale specializzato e altamente formato (stipendi e salari lordi), il bonus quindi spetta se il personale possiede una laurea magistrale o un dottorato di ricerca oppure è iscritto a un dottorato di ricerca presso ateneo;
  • Personale senza titolo di studio specifico, ma che comunque presta la sua opera all’interno del progetto di innovazione (quindi anche il personale tecnico e quello generico);
  • Contratti con università del territorio ma anche interregionali, enti che si occupano di effettuare indagini e ricerche, consulenze, laboratori;
  • Brevetti, spese sostenute per brevetti;
  • Produzione e collaudo di nuovi prodotto o processi;
  • Contratti con imprese di qualsiasi tipo, anche start up, che si occupano di ricerca e sviluppo, per consulenza o ricerca;
  • Quote di ammortamento in dispositivi e strumenti di laboratorio. In questo caso però, per rientrare nel bonus il costo unitario dell’attrezzatura deve essere di almeno 2.000 euro. Dispositivi e attrezzature devono essere comprate dall’azienda o acquisite in leasing (in questo caso da’ diritto al credito di imposta anche il canone di affitto nel limite dell’importo deducibile). Se il leasing non è finanziario, allora si considera il costo storico indicato nel contratto;
  • Costi sostenuti per la certificazione contabile (compenso erogato al revisore contabile). Tali costi danno diritto a credito di imposta solo fino a 5.000 euro di spesa.
  • Dall’esercizio 2019 sono ammissibili anche spese di materiali, forniture e altri prodotti analoghi direttamente impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilotaNon rientrano nel credito di imposta le modifiche ordinarie su prodotti, cicli di produzione, processi.

A chi si rivolge

  • Tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgono attività di Ricerca e Sviluppo in proprio o commissionano attività di Ricerca e Sviluppo
  • Imprese italiane o imprese residenti all’estero con stabile organizzazione sul territorio italiano che svolgo

Come si accede

Il bonus è fruibile a far data successiva alla Certificazione dei Costi tramite Mod. F24 con compensazione orizzontale delle imposte da versare. Il credito va poi registrato in fase di dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, nel quadro RU del modello Unico, e tutta la documentazione richiesta dalla normativa va conservata agli atti.

New Consult è a disposizione per consulenze e supporto alla predisposizione di tutta la documentazione richiesta dalla normativa.

Siamo specializzati in finanza agevolata su scala nazionale ed europea, leggi il nostro articolo per un approfondimento sui servizi di New Consult.

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