Regione Emilia Romagna – Sostegno a progetti di internazionalizzazione delle PMI

La Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando volto a rafforzare la presenza delle imprese della regione sui mercati internazionali.

Possono partecipare al bando le PMI (anche in forma aggregata) con attività economica di micro, piccola e media dimensione con codice attività ATECO appartenenti alle sezioni C, D, E, F, J, M, N (solo la divisione 82).

Sono ammissibili gli interventi finalizzati a realizzare percorsi di internazionalizzazione che abbiano come obiettivo fino a due paesi esteri e che si avvalgano di consulenze e partecipazione a massimo 4 fiere nei paesi obiettivo.

Sono ammissibili esclusivamente le tipologie di attività e di spesa elencate qui di seguito:

a) PARTECIPAZIONE A FIERE INTERNAZIONALI: partecipazione da parte del beneficiario a fiere all’estero o in Italia, in questo caso solo a fiere con qualifica Internazionale, svolte esclusivamente in presenza e nel corso del 2025. Potranno essere indicate fino a un massimo di 4 fiere complessivamente.

Saranno considerati ammissibili i seguenti importi forfettari: euro 12.700 per la partecipazione a fiere internazionali all’estero; euro 3.000 per la partecipazione a fiere con qualifica Internazionale in Italia.

b) TEMPORARY EXPORT MANAGER e/o DIGITAL EXPORT MANAGER: sviluppo delle competenze interne attraverso l’utilizzo da parte del beneficiario di un TEM o DEM;

c) CONSULENZE FINALIZZATE A:

  •  ASSESSMENT: consulenze finalizzate all’accrescimento delle potenzialità del beneficiario attraverso servizi di analisi e orientamento specialistico, anche di avvicinamento ai servizi digitali e virtuali; preparazione di un piano export digitale; preparazione di un piano di sviluppo sui mercati obiettivo del progetto (sono esclusi i meri studi di mercato);
  • CONSULENZA PER SVILUPPO BUSINESS: consulenza e assistenza per: consulenza per l’avvio e sviluppo di attività di promozione e commercializzazione b2b e b2c on line, (consulenza e formazione per l’utilizzo di piattaforme/ marketplace/ sistemi di smart payment internazionali);
  • CONSULENZE PER IDEAZIONE DI UN PIANO MARKETING E COMUNICAZIONE SUI PAESI TARGET;
  • CONSULENZE E SERVIZI PER B2B: spese per la selezione di potenziali partner/buyer e il supporto a incontri di affari (non comprende le spese per servizi di organizzazione degli incontri, quali: affitto sale, catering, interpreti etc);

d) COSTI GENERALI (costi indiretti) per la definizione e gestione del progetto. Tale spesa è un finanziamento a tasso forfettario del 7%.

I progetti devono obbligatoriamente comprendere interventi di tipo consulenziale, coerenti con le finalità del percorso di internazionalizzazione presentato nel progetto e con le tipologie di attività di cui alle lettere b) e c).

Il contributo regionale sarà concesso a fondo perduto:

– nella misura del 60% delle spese ritenute ammissibili per i partecipanti in forma singola

– nella misura del 70% delle spese ritenute ammissibili per ATI/ATS e Reti.

Il contributo regionale non potrà comunque superare:

– il valore di € 40.000 per i partecipanti in forma singola;

– il valore di € 140.000 per ATI/ATS e Reti.

La spese minima di investimento è pari a 25.000€.

Sono ammesse unicamente le spese sostenute nel corso del 2025.

Per ulteriori  informazioni, non esitate a contattarci.

Transizione 5.0 – Varato il nuovo piano. Tutti i dettagli

Il Consiglio dei Ministri ha varato il nuovo piano Transizione 5.0. La norma si applica per gli investimenti del 2024 e 2025 ma per avere la piena operatività sarà necessario attendere un importante decreto attuativo da pubblicare entro 30 giorni.

Per accedere all’incentivo è necessario:

  • Effettuare un investimento in almeno uno dei beni strumentali materiali e immateriali previsti agli allegati A e B del piano Transizione 4.0. Anche in questo caso si prevede che i beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.
  • Questi beni devono essere inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale oppure ad almeno il 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.

L’allegato B, quello dedicato ai software, viene ampliato, prevedendo l’ammissibilità agli incentivi anche per:

  • software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme di cui alla lettera a).

La norma prevede, inoltre, un credito di imposta per sistemi di autoproduzione e autoconsumo di energia e formazione.

Nel primo caso, queste spese possono essere inserite solamente in un progetto di innovazione che prevede l’acquisto di beni strumentali per un valore minimo di 40.000€. Per quanto riguarda i moduli fotovoltaici, è prevista una maggiorazione rispettivamente del 120% e 140% per quelli a maggiore efficienza previsti dal Decreto Energia.

Per quanto riguarda le spese per la formazione del personale (erogata esclusivamente da soggetti esterni), sono ammesse:

  • se sono finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi;
  • nel limite del 10% degli investimenti effettuati nei beni strumentali;
  • fino a un massimo di 300 mila euro.

Le aliquote di base del credito d’imposta, laddove l’investimento consegua una riduzione non inferiore al 3% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, una riduzione non inferiore al 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, sono:

  • 35% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 15% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Le aliquote del credito d’imposta, laddove l’investimento consegua una riduzione superiore al 6% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 10% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento:

  • 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Nel caso in cui l’investimento consegua una riduzione superiore al 10% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, di riduzione superiore al 15% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, le aliquote diventano:

  • 45% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 25% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 15% per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro per anno per impresa beneficiaria.

Il testo della norma spiega che per calcolare la riduzione dei consumi occorre:

  • riproporzionare i conteggi su base annuale;
  • fare riferimento ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello in cui si effettuano gli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sul consumo energetico.

Per accedere all’incentivo bisogna produrre ben 4 documenti:

  • una comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy ex ante;
  • una certificazione ex ante;
  • una comunicazione al Ministero delle imprese e del made in Italy ex post;
  • una certificazione ex post.

Le certificazioni dovranno essere rilasciate da un tecnico indipendente, a prescindere dall’ammontare dell’investimento ed è possibile per le piccole e medie imprese considerare nel totale anche le spese di certificazione fino ad un massimo di 10.000€.

La fruizione del beneficio sarà in un unica soluzione ma non automatica. E’, infatti, necessario attendere il decreto di concessione da parte del MIMIT e le risorse saranno definite e valorizzate mediante un contatore specifico.

ANTICIPAZIONE – Regione Lombardia – Pacchetto Investimenti da 210 milioni

La Regione Lombardia, nell’ambito del PR-FESR 2021-2027, ha varato un pacchetto di interventi da 210 milioni rivolto alle piccole e medie imprese e alle MidCap della Regione.

Il pacchetto si suddivide in tre linee:

  • Linea Sviluppo;
  • Linea Efficientamento energetico;
  • Linea Attrazione Investimenti.

La Linea Sviluppo finanzia i piani di sviluppo aziendale, finalizzati all’ammodernamento e ampliamento produttivo, devono avere un importo minimo dell’investimento pari a 100.000 euro e le spese possono riguardare:

  • Acquisto e installazione di macchinari, impianti di produzione, attrezzature, hardware e arredi
  • Acquisto di software, licenze d’uso software e costi per servizi software di tipo cloud e saas e simili per un periodo non superiore a 12 mesi di servizio
  • Acquisizione di marchi, brevetti e licenze di produzione
  • Opere murarie, opere di bonifica e impiantistica.

La Linea Efficientamento Energetico incentiva investimenti dedicati all’efficientamento energetico degli impianti produttivi delle imprese. L’obiettivo è la riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi produttivi, sia attraverso la riduzione dei consumi energetici che attraverso il recupero di energia e/o la cattura dei gas serra dai cicli produttivi esistenti.

Le spese ammesse sono:

  • Acquisto e installazione di macchinari, impianti di produzione, attrezzature ed hardware, in sostituzione di quelli in uso presso la sede oggetto di intervento ovvero funzionali al raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico dichiarati;
  • acquisto, installazione e allacciamento alla rete di impianti per la produzione di energia rinnovabili, esclusivamente in combinazione con le altre voci;
  • acquisto e installazione di impianti di produzione di energia termica e frigorifera e di impianti di cogenerazione/trigenerazione;
  • acquisto e installazione di sistemi di accumulo dell’energia e di inverter;
  • acquisto e installazione di caldaie ad alta efficienza a condensazione, a biomassa ovvero pompe di calore in sostituzione di quelli in uso presso la sede oggetto di intervento ovvero funzionali al raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico dichiarati;
  • acquisto e installazione di sistemi di domotica per il risparmio energetico;
  • acquisto e installazione di apparecchi LED a basso consumo in sostituzione dell’illuminazione tradizionale (a fluorescenza, incandescenza o alogena, etc.) (c.d. relamping);
  • acquisto di software, licenze d’uso software e costi per servizi software di tipo cloud e saas;
  • acquisizione di brevetti;
  • opere murarie, opere di bonifica e impiantistica se direttamente correlate e funzionali all’installazione dei beni di cui dalla prima alla sesta voce di spesa nel limite del 20% di tali voci di spesa.
  • costi di formazione relativi al progetto presentato;
  • spese tecniche di consulenza correlate alla realizzazione dell’intervento (progettazione, direzione lavori, relazioni tecniche specialistiche e diagnosi energetiche, contributi obbligatori dei professionisti, ecc.);
  • spese generali determinate con un tasso forfettario pari al 7% delle spese ammissibili.

La Linea Attrazione Investimenti finanzia gli investimenti finalizzati all’avvio di uno stabilimento produttivo in una nuova sede operativa o all’ampliamento di uno stabilimento già operativo.

Le spese oggetto di incentivo sono:

  • acquisto e installazione di macchinari, impianti di produzione, attrezzature, hardware e arredi, necessari per il conseguimento delle finalità progettuali;
  • acquisto di software, licenze d’uso software e costi per servizi software di tipo cloud e saas e simili per un periodo non superiore a 12 mesi di servizio;
  • acquisizione di marchi, brevetti e licenze di produzione;
  • opere murarie, opere di bonifica e impiantistica se direttamente correlate e funzionali all’installazione, nel limite del 20% di tale voce di spesa;
  • acquisto di proprietà di immobili destinati all’esercizio dell’impresa e/o eventuali costi di ristrutturazione;
  • costi per servizi di consulenza prestati da consulenti esterni.

Per tutte le linee l’agevolazione si compone di:

  • una garanzia regionale gratuita su un finanziamento a medio-lungo termine erogato dai Soggetti Finanziatori e finalizzato ad ottenere le risorse finanziarie necessarie per l’investimento;
  • un contributo a fondo perduto in conto capitale sull’investimento.

L’intensità del contributo a fondo perduto è del:

  • 35% per le micro e piccole imprese;
  • 25% per le medie imprese;
  • 15% per le MidCap.

Tale percentuale è aumentata del 15% per le aree di aiuto a finalità regionale.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

MISE – Investimenti Sostenibili 4.0

Il Ministero dello Sviluppo Economico, grazie ai fondi del PNRR, ha pubblicato un bando volto a incentivare nuovi investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili. L’obiettivo è favorire la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa, al fine di superare la contrazione indotta dall’emergenza Covid e di orientare la ripresa degli investimenti verso ambiti strategici per la competitività e la crescita sostenibile del sistema economico.

La misura prevede la concessione e l’erogazione di agevolazioni in favore di programmi di investimento proposti da micro, piccole e medie imprese operanti nei settori dell’industria manifatturiera e dei servizi conformi ai vigenti principi di tutela ambientale e ad elevato contenuto tecnologico, coerente con il piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un particolare contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea e per quelli volti, in particolare, a:

  • favorire la transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare;
  • migliorare la sostenibilità energetica dell’impresa.

I programmi di investimento devono:

  • prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0. e l’ammontare di tali spese deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili del programma
  • essere diretti all’ampliamento della capacità alla diversificazione della produzione, funzionale a ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza o al cambiamento fondamentale del processo di produzione di un’unità produttiva esistente ovvero alla realizzazione di una nuova unità produttiva
  • essere realizzati presso un’unità produttiva localizzata nel territorio nazionale.

Sono  ammissibili  alle  agevolazioni  le  spese   strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di  investimento , relative all’acquisto di nuove immobilizzazioni materiali e immateriali che riguardino:

a) macchinari, impianti e attrezzature;

b) opere murarie, nei limiti del  40  (quaranta)  per  cento  del totale dei costi ammissibili;

c) programmi informatici e  licenze  correlati  all’utilizzo  dei beni materiali di cui alla lettera a);

d) acquisizione  di  certificazioni  ambientali.

Sono ammissibili progetti di almeno 500.000€ se realizzati nell’area del Mezzogiorno e di almeno 1 milioni di euro per altre regioni. Il contributo a fondo perduto varia a seconda della zona di realizzazione del progetto e della dimensione aziendale.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

Transizione Digitale ed Ecologica delle PMI con vocazione internazionale

Grazie alle risorse dell’Unione Europea – NextGenerationEU – a valere sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR),  riapre lo sportello SIMEST con una nuova misura volta a favorire la transizione digitale ed Ecologica delle PMI con vocazione internazionale.

Possono partecipare al bando, le PMI su tutto il territorio nazionale con almeno due bilanci depositati e una quota di fatturato estero pari almeno al 10% dell’ultimo bilancio.

Le spese ammissibili e finanziabili sono rispettivamente:

1. Spese per la Transizione Digitale che dovranno rappresentare almeno il 50% delle Spese Ammissibili finanziate:

1.1. integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali

1.2. realizzazione/ammodernamento di modelli organizzativi e gestionali in ottica digitale

1.3. investimenti in attrezzature tecnologiche, programmi informatici e contenuti digitali

1.4. consulenze in ambito digitale (i.e. digital manager)

1.5. disaster recovery e business continuity

1.6. blockchain (esclusivamente per la notarizzazione dei processi produttivi e gestionali aziendali)

1.7. spese per investimenti e formazione legate all’industria 4.0 (es. cyber security, big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, simulazione e sistemi cyber-fisici, sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborative, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine).

2. Spese per la sostenibilità e l’internazionalizzazione che dovranno rappresentare non più del 50% delle Spese Ammissibili finanziate:

2.1. spese per investimenti per la sostenibilità in Italia (es. efficientamento energetico, idrico, mitigazione impatti climatici, ecc.)

2.2. spese per internazionalizzazione (es. investimenti per singole strutture commerciali6 in paesi esteri, consulenze per l’internazionalizzazione, spese promozionali e per eventi internazionali in Italia e all’estero ecc.)

2.3. spese per valutazioni/certificazioni ambientali inerenti il finanziamento.

L’importo massimo dell’Intervento che l’Impresa Richiedente può chiedere è pari al minore tra euro 300.000,00, e il 25% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’Impresa Richiedente.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 25% (40% per le imprese del Mezzogiorno) e un finanziamento con tasso pari allo 0,055%.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

 

 

Emilia Romagna – Contributi a fondo perduto per il consolidamento delle start-up innovative

La Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando volto a supportare la localizzazione e il consolidamento di start up innovative e favorirne la crescita nei settori produttivi e nelle filiere strategiche presenti nel proprio territorio.

Possono partecipare al bando le micro, piccole e media imprese iscritte nella sezione speciale delle Start-up innovative che realizzino uno dei seguenti progetti:

  • sviluppo produttivo di risultati di ricerca o di soluzioni tecnologiche derivanti da una o più tecnologie abilitanti;
  • messa a punto del modello di business;
  • adattamento di prodotti/servizi alle esigenze di potenziali clienti;
  • ingegnerizzazione di prototipi e piani di sviluppo industriale (scale-up);
  • apertura e/o sviluppo di mercati esteri.

I progetti dovranno rientrare in uno dei seguenti ambiti prioritari individuati nella Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente :

  •  Sistema Agroalimentare;
  • Edilizia e costruzioni;
  • Industrie della salute e del benessere;
  • Meccatronica e motoristica;
  • Industrie culturali e creative;
  • Innovazione nei servizi.

e dovranno avere una ricaduta innovativa e di potenziale impatto occupazionale su uno dei seguenti ambiti:

  • Transizione digitale;
  • Transizione energetica;
  • Economia circolare;
  • Salute e benessere;
  • Cultura e creatività.

Il contributo concesso è a fondo perduto del 60% fino a 150.000€. L’intensità del contributo è elevabile del 10% in caso di una ricaduta occupazionale di almeno un lavoratore e del 5% nel caso in cui l’azienda sia giovanile e/o femminile.

Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.

Regione Veneto – Efficientamento energetico delle piccole e medie imprese.

La Regione Veneto ha pubblicato un bando volto alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti.

Possono partecipare al bando le PMI, attive da almeno 12 mesi, con sede operativa nella regione Veneto e con codice ATECO ammissibile.

Sono ammissibili i progetti coerenti con il Piano Energetico Regionale finalizzati al contenimento della spesa energetica, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e alla valorizzazione delle fonti rinnovabili secondo le opportunità di risparmio energetico individuate e quantificate dalla diagnosi energetica.

I progetti devono articolarsi in 3 fasi:

– Fase 1.  Valutazione ante intervento del fabbisogno energetico annuo complessivo dell’unità operativa oggetto del progetto e individuazione delle opportunità di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di gas climalteranti attraverso diagnosi energetica. Ai fini del presente Bando possono essere presentate diagnosi energetiche ante intervento eseguite a partire dal 19 luglio 2016, tuttavia, saranno considerate ammissibili a contributo esclusivamente le spese per le diagnosi energetiche eseguite a partire dal 1° gennaio 2019; a tali fini fa fede la data di redazione della diagnosi.

– Fase 2. Elaborazione e sviluppo del progetto di contenimento dei consumi energetici e delle emissioni di gas climalteranti tramite i seguenti interventi che devono essere compresi tra quelli suggeriti dalla diagnosi di cui alla fase 1 e avviati successivamente alla data della diagnosi stessa, a pena di decadenza del contributo concesso, con conseguente revoca totale dello stesso:

  • a) sostituzione di macchinari o componenti con macchinari o componenti che comportino una riduzione dimostrata dei consumi elettrici/termici rispetto alla situazione antecedente l’intervento, anche calcolata per unità di prodotto;
  • b) sostituzione di cicli produttivi con cicli che comportino una riduzione dimostrata dei consumi elettrici/termici rispetto alla situazione antecedente l’intervento, anche calcolata per unità di prodotto;
  • c) installazione di sistemi e componenti (quali ad esempio sostituzione di motori elettrici, installazione di inverter, rifasamento, sostituzione di gruppi di continuità, sistemi di controllo) in grado di contenere i consumi energetici nei processi produttivi (con particolare riferimento ai settori “Energy intensive”, al settore commerciale e al settore turistico);
  • d) installazione di dispositivi per il riutilizzo dell’energia/calore recuperata/o dai cicli produttivi;
  • e) interventi definiti di tipo “soft” (quali, ad esempio, l’installazione di impianti di sensoristica, di sistemi per la gestione e il monitoraggio dei consumi energetici e simili): possono essere effettuati soltanto con la realizzazione conseguente di interventi cosiddetti di tipo “hard” (quali ad esempio la riconfigurazione/sostituzione di macchinari, l’inserimento di nuovi filtri/motori, ecc.)
  • f) interventi diretti all’efficientamento energetico negli edifici delle unità operative (es. infissi, isolanti, materiali per l’eco-edilizia, coibentazioni compatibili con i processi produttivi). Non sono ammissibili a contributo gli interventi di natura strutturale sugli immobili;
  • g) sostituzione degli apparecchi illuminanti (per interni ed esterni) ricorrendo a tecnologie LED e/o installazione di dispositivi autonomi per il controllo dell’accensione, della regolazione e dello spegnimento dei corpi illuminanti (sensori di presenza e/o prossimità, fotocellule, timer, ecc.);
  • h) installazione di impianti di cogenerazione e di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile finalizzati all’autoconsumo, cioè destinati a produrre energia utilizzata per lo svolgimento dell’attività dell’impresa nell’unità operativa oggetto dell’intervento. Tali interventi sono ammissibili solamente nell’ambito di un progetto di efficientamento energetico che comprenda anche uno o più degli interventi di cui alle precedenti lettere da a) a g) e che comporti, con esclusivo riferimento ai suddetti interventi di cui alle lettere da a) a g), un risparmio maggiore o uguale al 9% del fabbisogno annuo di energia ante intervento, espresso in kWh.

– Fase 3.  valutazione post intervento di raggiungimento dell’obiettivo di progetto nonché di risparmio energetico e di riduzione di emissioni di gas climalteranti attraverso alternativamente: a) relazione tecnica asseverata che illustri gli obiettivi in termini di risparmio energetico e di riduzione di emissioni di gas climalteranti conseguiti e la loro coerenza con la diagnosi energetica ante intervento; b) diagnosi energetica.

L’agevolazione, nella forma del contributo a fondo perduto, è pari al 30% della spesa rendicontata ammissibile e fino a 150.000€

Le spese sono ammesse a partire dal 1 gennaio 2019 per la diagnosi energetica; dalla data di presentazione della domanda a maggio 2022 per le altre spese.

MISE – In arrivo oltre 500 milioni per grandi progetti di Ricerca e Sviluppo

Sono in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale i due decreti con cui vengono rilanciati gli interventi agevolativi in favore dei grandi progetti di R&S, con una dotazione finanziaria complessiva di oltre 500 milioni di euro.

Il primo decreto rifinanzia su tutto il territorio nazionale interventi agevolativi a favore delle imprese che investono in grandi progetti di ricerca e sviluppo nei settori “Agenda digitale” e “Industria sostenibile”. La misura è finanziata dalle risorse del FRI, il Fondo Rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti di Cassa depositi e prestiti, e del FCS, il Fondo per la crescita sostenibile del MiSE. Sono, inoltre, riservate agevolazioni per interventi riguardanti la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare.

I due bandi prevedono la concessione di un finanziamento agevolato a valere sulle risorse FRI a copertura del 70% delle spese ammissibili per le PMI e del 60% per le imprese di grande dimensione, a condizione che fosse associato ad un finanziamento bancario erogato da una delle banche convenzionate. Ogni proponente, inoltre, deve sostenere spese per almeno 3 milioni di euro. Al finanziamento si aggiunge un contributo alla spesa, a valere sul FCS, nella misura del 20% della spesa ammissibile.

Con il secondo decreto viene definita una nuova agevolazione a favore dei progetti di ricerca e sviluppo promossi nell’ambito delle aree tecnologiche Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita. La misura si rivolge alle imprese che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria in tutto il territorio nazionale, con una riserva di 50 milioni dedicata alle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia. Sono inoltre previste agevolazioni nel settore del “Calcolo ad alte prestazioni” coerenti con la Strategia nazionale di specializzazione intelligente. E’ previsto un contributo alla spesa e un finanziamento agevolato che saranno definiti esclusivamente mediante procedura negoziale.

Oltre alle imprese, possono partecipare in forma aggregata anche i centri di ricerca e e, ai progetti del settore applicativo Agrifood, saranno ammesse anche le imprese agricole.

Che cosa è la Finanza Agevolata e quali sono i vantaggi per le imprese?

New Consult vi illustra brevemente come funziona la finanza agevolata.

La finanza agevolata è una specializzazione della finanza aziendale che si occupa del reperimento di fonti di finanziamento. Utilizza gli strumenti agevolativi pubblici di provenienza comunitaria, nazionale e locale che vengono messi a disposizione delle imprese in un’ottica di sviluppo territoriale e di miglioramento della competitività del sistema economico.

Ha come obiettivo, dunque, quello di favorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale, incrementando la competitività delle imprese esistenti e la nascita di nuove realtà imprenditoriali.

Le fonti di riferimento per i finanziamenti sono:

  • Legislazione comunitaria
  • Legislazione nazionale
  • Legislazione regionale
  • Normazione di altri enti (provincie, comuni, enti economici territoriali)
  • Strumenti di natura privatistica o mista pubblico/privato (Associazioni di categoria – ad esempio – CCIAA)

Nella vastità delle opportunità, rivolgersi a un consulente specializzato diventa strategico e di estremo aiuto, essendo costantemente informato sull’uscita di bandi utili, conoscendo le diverse tipologie di finanziamento a seconda dei settori, affiancando le aziende – clienti nella pianificazione del progetto e per occuparsi direttamente della preparazione della pratica per la richiesta di contributi, che spesso presenta una certa complessità e competenza.

 

Il professionista, dopo avere analizzato tutti i percorsi disponibili e i mezzi più idonei, individua le soluzioni più adeguate al tipo d’investimento che l’azienda intende intraprendere.

 

Inoltre, ogni finanziamento ha delle caratteristiche proprie di funzionamento: i beneficiari, la durata temporale, i costi ammissibili, e tutta una serie di requisiti obbligatori che devono essere assolutamente rispettati per poter attivare qualsiasi tipologia di finanziamento agevolato.

Quando si parla di contributi e agevolazioni alle imprese, quasi sempre si pensa soltanto ai contributi a fondo perduto. In realtà la finanza agevolata mette a disposizione delle imprese strumenti molti diversi, adatti a bisogni differenti.
Ecco una breve sintesi delle tipologie degli strumenti:

  • contributi a fondo perduto
  • finanziamenti agevolati
  • garanzia del credito
  • crediti d’imposta
  • sgravi fiscali e contributivi
  • strumenti di intervento nel capitale di rischio

New Consult mette a disposizione sul proprio sito un comodo  CERCA BANDI per offrire la possibilità alle aziende d’individuare il proprio bando d’interesse e ricevere una prima consulenza gratuita!

 

In definitiva, possiamo affermare che la Finanza Agevolata offre strumenti per la creazione di opportunità e creazione di valore per le piccole e medie imprese, le quali sono oggetto di attenzione anche dell’Unione Europea, attraverso l’adozione di politiche, misure e strumenti a loro favore, di tipo finanziario e reale.

 

La finanza agevolata non è una forma di sostegno finalizzata alla sopravvivenza o protezione di soggetti deboli di fronte alla concorrenza delle grandi imprese, quanto piuttosto mira a promuovere il loro sviluppo economico e sociale, lo spirito imprenditoriale e l’innovazione.

 

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New Consult vi spiega il credito d’imposta per la formazione 4.0

Come fruire del credito d’imposta per le spese del personale per la formazione e quali sono le condizioni per la sua applicazione

 

Una delle interessanti novità degli emendamenti della Legge di Bilancio 2019 vi è la fruizione del credito d’ imposta finalizzata all’acquisizione o al consolidamento delle conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0.

L’obiettivo è quello di incoraggiare le imprese a investire nella formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale.

Innovare significa anche dedicare risorse e tempo all’aggiornamento del proprio personale in linea con le emergenti esigenze e novità tecnologiche presenti sui propri mercati di riferimento.

New Consult vi segnala che esistono misure di finanza agevolata che mettono a disposizione degli imprenditori agevolazioni finanziarie e contributi finalizzati alla formazione aziendale.

 

Vediamo nel dettaglio cosa prevede la misura!

Benefici

  • Credito d’imposta del 40% delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili, limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario
  • Sono ammissibili al credito d’imposta anche le eventuali spese relative al personale dipendente ordinariamente occupato in uno degli ambiti aziendali individuati nell’allegato A della legge n. 205 del 2017 e che partecipi in veste di docente o tutor alle attività di formazione ammissibili, nel limite del 30% della retribuzione complessiva annua spettante al dipendente.
  • La misura è applicabile alle spese in formazione sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017.

A chi si rivolge

  • Imprese residenti nel territorio dello Stato Italiano
  • Enti non commerciali residenti svolgenti attività commerciali rilevanti ai fini del reddito d’impresa.
  • Imprese residenti all’estero con stabili organizzazioni sul territorio italiano

Come fare domanda

Si accede in maniera in fase di redazione del bilancio, con successiva compensazione mediante presentazione del modello F24 in via telematica all’Agenzia delle Entrate.
Rendicontazione contabile certificata.
Obbligo di conservazione di una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte.

 

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